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Vernice contro il Nobel per la Pace russo Dmitry Muratov: «Mi bruciano terribilmente gli occhi»

Immagine del redattore: lamorena radiomnlamorena radiomn

Al grido di «Questo è per te e per i tuoi ragazzi», il giornalista è stato aggredito mentre si trovava a bordo di un treno diretto a Samara


L’aggressione ai danni di Muratov è stata rivendicata via Telegram da un sedicente gruppo di attivisti a sostegno della guerra in Ucraina denominato «Union Z paratroopers». Intanto, la polizia di Mosca ha fatto sapere di aver aperto un’indagine sull’episodio.


Dmitry Muratov, direttore del giornale d’opposizione russo Novaya Gazeta e premio Nobel per la Pace 2021, è stato aggredito da uno sconosciuto mentre si trovava a bordo di un treno diretto da Mosca a Samara. Lo riferisce proprio la testata indipendente costretta dal Cremlino a sospendere le pubblicazioni la scorsa settimana, sui cui profili social giovedì pomeriggio sono state pubblicate due immagini dell’accaduto: una del giornalista e l’altra del suo posto sul vagone imbrattati di vernice rossa.





«Mi è stata rovesciata addosso pittura a olio con acetone. Mi bruciano terribilmente gli occhi», ha scritto Muratov, aggiungendo che l'assalitore gli ha urlato «Questo è per te e per i tuoi ragazzi». «Odore di vernice in tutto il vagone – ha poi concluso –. La partenza è già stata rinviata di 30 minuti. Tenterò di lavarla via».


Considerato quanto sta accadendo in Ucraina, l’aggressione al premio Nobel sembra configurarsi come un violento atto di dissenso nei confronti delle sue posizioni anti Putin. Addirittura, lo scorso 22 marzo aveva annunciato di voler mettere all’asta il prestigioso riconoscimento vinto insieme alla collega filippina Maria Ressa per raccogliere fondi da devolvere ai rifugiati di Kiev.





Da sottolineare inoltre come, in 29 anni di attività, almeno cinque giornalisti di Novaya Gazeta siano già stati uccisi o siano morti in circostanze misteriose. Caso più noto quello della reporter di guerra Anna Politkovskaja, freddata a colpi di pistola nell’ascensore della sua abitazione il 7 ottobre 2006. Un assassinio che, ancora oggi, rimane senza mandanti. Fuente: Corriere della Sera


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